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![]() ![]() Non resterà, dunque, che accertarsi come "nessuno", smarrendo ogni identità e disperdendosi nel mare dell'essere. Nello sfuggire alle proprie centomila realtà, Gengè si troverà a rinnegare qualunque "forma": la via d'uscita sarà allora l'alienazione totale, non solo da qualsiasi cosa sua, ma perfino da se stesso. ![]() ![]() Un passo più in là, e le cose si complicano: Moscarda non è più alle prese con un solo estraneo, bensì con centomila estranei che convivono in lui, secondo la realtà che gli altri gli danno, "ciascuno a suo modo". Inizia qui, con una certa parentela con il protagonista del celebre romanzo di Sterne, quel Tristram Shandy dallo "sfortunato naso schiacciato", l'avventura di Vitangelo (Gengè) Moscarda, sdoppiato in un altro se stesso, conosciuto solo dallo sguardo altrui. Da uno specchio, superficie ambigua e inquietante, emerge un giorno per Gengè un volto di sé finora ignorato: un naso inopinatamente in pendenza verso destra. ![]()
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